Hai le giuste priorità? - Aggeo 1,1-14

Gianluca Piccirillo

Nella storia degli ultimi secoli ci sono state molte occasioni in cui è stata manifestata la volontà di rilancio, di ripartenza, di voltare pagina. Quante sono state effettivamente efficaci? Nel secolo scorso abbiamo avuto due guerre mondiali, varie crisi economiche, varie epidemie. Una volta passate si è dovuto ricostruire. La ripartenza però non è stata duratura… Finita la prima guerra mondiale (’18), arrivò la Spagnola (’18-20), poi la grande recessione del ’29, la seconda guerra mondiale 39-45, la crisi petrolifera dei primi anni ’70, la crisi economica del 2008, la pandemia del covid-19… tante situazioni che hanno alimentato il desiderio di ripartenza, di rilancio, che per  si sono rivelate non molto durature.

Il libro che stiamo leggendo è parte dei cosiddetti profeti minori – minori non per importanza ma per “dimensioni”, infatti questo libro è lungo soltanto 2 capitoli – in particolare del periodo post-esilico. Dopo la distruzione di Gerusalemme e la deportazione (attorno al 590 a.C.), nel 538 a.C. l’editto di Ciro, permise ai popoli conquistati di tornare nella propria patria e ricostruire il tempio. Alcuni esuli tornano per ricostruire, ed effettivamente l’anno successivo viene inaugurata la ricostruzione del tempio (Esdra 3), ma nonostante le grandi aspettative di ripartenza, ma incontrarono desolazione, povertà e ostilità da parte delle popolazioni che avevano occupato la terra. Leggiamo da Aggeo che dopo 20 anni, il tempio era ancora in rovina e vediamo i rimpatriati ripiegati su loro stessi, sui loro bisogni materiali, sono privi di slancio e in una situazione statica, nella quale stancamente non sembrano esserci spiragli di una ripartenza significativa.

Anche nelle nostre esperienze di vita abbiamo affrontato o stiamo affrontando situazioni in cui sentiamo il bisogno di una ripartenza di un rilancio… (perdita lavoro, affetti, mancanza di stimoli, aridità spirituale)… Anche come chiesa, cioè come comunità di discepoli di Cristo, non siamo stati immuni dalle restrizioni imposte dal governo per contenere la pandemia, possiamo sentire il bisogno di ripartenza. Come affrontiamo la ripartenza?   possibile ripartire in modo fruttuoso? Oppure siamo destinati a essere perennemente alla ricerca di una ripartenza che sia quella giusta?

Aggeo ci dà tre lezioni per ripartire in un modo fruttuoso. Ci invita a riflettere bene se abbiamo le priorità giuste, se gli obiettivi che abbiamo sono giusti e qual è il nostro rapporto con la parola di Dio.

Stai ricercando la presenza di Dio (o lo stai trascurando)?

L’elemento centrale di questo libro   il tempio. Ora a una prima sommaria e molto superficiale lettura si potrebbe credere che Aggeo sia interessato alla ricostruzione dell’edificio in s . In realtà, dobbiamo considerare che anche nel resto della scrittura il tempio e il tabernacolo non svolgeva soltanto il ruolo di essere il luogo in cui venivano fatti i sacrifici e in cui avveniva la vita cultuale del popolo… Il tempio era in realt  il segno della presenza di Dio. Prima il tabernacolo e poi il tempio, era il luogo (fisico) che Dio aveva stabilito come SEGNO della sua presenza in mezzo al popolo. Era un segno che ricordava al popolo di essere in comunione con Dio, e questo segno era anche una testimonianza alle nazioni. Trascurare il tempio in realt , per Aggeo voleva dire trascurare Dio stesso!

Nella nostra città siamo circondati di templi, ma non per questo la città   impattata: per la maggior parte delle persone si tratta di una appendice della vita e non il punto centrale delle proprie scelte, ambizioni, relazioni; per altre persone si tratta di un luogo in cui incontrare mediatori tra noi e Dio, figure che oscurano Dio stesso. Si parla spesso del fatto del fatto che la nostra città abbia bisogno di un rilancio addirittura all’insegna del passato glorioso di questa città (come proposto da uno dei candidati a sindaco della nostra città), ma in tutto questo Dio è trascurato. Dobbiamo riconoscere, in accordo con il resto della scrittura che l’atteggiamento naturale è di trascurare Dio: quando nei nostri progenitori abbiamo peccato, abbiamo rifiutato di considerare Dio al centro della nostra vita preferendo relegarlo a un ruolo di secondaria importanza. Dal resto della scrittura sappiamo anche che pure questo tempio che Aggeo invita il popolo a ricostruire sarebbe stato distrutto (profezia di Gesù, Marco 13)! Tuttavia, il Tempio non cessa di esistere: Cristo afferma che lui stesso   il tempio (Giovanni 2:21), egli   il luogo in cui si trovare pienamente la presenza di Dio; egli   anche il sacrificio (Ebrei 9) che copre il peccato di chiunque crede e che permette di accedere alla presenza del Padre per mezzo dello Spirito (Efesini 2:18). Quindi per poter veramente incontrare Dio c’  una sola via Cristo. Ma c’è di più: Gesù ha promesso a tutti coloro che hanno riconosciuto il proprio peccato e hanno ottenuto il perdono dei propri peccati avendo creduto in Lui, il dono dello Spirito Santo che abita il credente: in altre parole i credenti sono il tempio dello Spirito Santo e tutti insieme formano un tempio. I credenti sono una testimonianza della presenza di Dio. Ripartire in modo fruttuoso con le giuste priorità allora ci sfida a considerare se stiamo veramente ricercando la presenza di Dio per mezzo della croce di Cristo (il tempio non fatto da mani d’uomo), oppure se stiamo cercando di raggiungere Dio in altri “luoghi”. Ci invita anche a considerare se nelle nostre scelte quotidiane, sul luogo di lavoro, negli studi, nelle relazioni stiamo agendo alla presenza di Dio. Ci invita a riflettere bene se il tempio della nostra vita   in rovina oppure se lo stiamo edificando per la potenza dello spirito e secondo l’evangelo di Cristo. Com’è il tempio della tua vita?

Ti adoperi per Dio (o cerchi di fare da te e per te)?

Il brano ci mostra chiaramente che Dio è in controllo e che opera nella storia. Egli, è il signore degli eserciti e ha il potere di usare ogni aspetto della creazione per i suoi scopi. In questo caso egli ha anche l’autorità e il potere di fermare la pioggia per richiamare l’attenzione del suo popolo. Essi lavoravano ma erano sempre insoddisfatti. Aggeo mette in luce la questione nella giusta prospettiva – essi non erano soddisfatti

- Non per mancanza di impegno (le case erano ben rivestite di legno, hanno seminato molto, si sono dati da fare)…

- Non per mancanza di obiettivi giusti (semina, cibo, vestiti, casa, lavoro) sono tutte cose legittime non sono sbagliate

- Non per mancanza di conoscenza (erano stati inviati a ricostruire la citt  e il tempio)

Il punto è che non avevano le giuste priorità e confidavano sui propri sforzi. Ci sono due rischi che dobbiamo evitare nel leggere questo testo: da un lato Aggeo non sta dicendo che dobbiamo vivere una vita di privazione, di rinuncia, di ascetismo fine a se stesso… ma di fare tutto alla gloria di Dio. Aggeo indica che erano concentrati su loro stessi, sui propri bisogni, sui propri sogni, ma in tutto questo non stavano considerando Dio e la sua gloria (v.8). Dall’altro Aggeo non sta nemmeno dicendo che c’  un automatismo: che se la nostra priorità la presenza di Dio allora la nostra ripartenza sarà automaticamente tale che diventeremo tutti amministratori delegati, con una vita priva di problemi e con un conto in banca da 6 zeri. Dio infatti assicura la sua presenza che   ben più preziosa di tutto ciò (v.13) - si tratta di una presenza che andrà oltre la morte! Quello questo brano ci dice che è sicuramente vero il contrario: se Dio e la sua gloria NON è la tua priorità, se non è al centro di quello che fai, allora l’insoddisfazione è garantita. La gloria di Dio o la tua quello che anima la tua vita? è la sua felicità o la tua quello che ti spinge ad agire nel modo in cui agisci In quello che fai/dici/pensi, cerchi l’aiuto di Dio? Dio potrebbe mettere il timbro di approvazione?

Ancora una volta dobbiamo considerare bene la nostra condotta. Non si tratta soltanto di considerare l’aspetto esteriore della nostra condotta ma anche le intenzioni: Gesù diceva che   dall’abbondanza del cuore che parla la bocca. Il comportamento esteriore è sempre legato alle inclinazioni del cuore. Come creature decadute nel peccato siamo del tutto incapaci di desiderare di fare il bene secondo Dio e anche di farlo. Soltanto per la potenza dello Spirito, i credenti sono resi capaci sia di desiderare sia di fare il bene secondo Dio. Come chiesa, comunità di credenti, siamo impegnati a far sì che ogni cosa che facciamo (dal culto, alla pulizia del parco, allo studio della sua parola, agli impegni di lavoro/scuola) sia alla gloria di Dio. Per ripartire in modo fruttuoso allora dobbiamo imparare a dipendere da Dio e anche ricercare la sua gloria e perseguire i suoi obiettivi!

Obbedisci per fede alla parola di Dio (oppure la ignori/rifiuti o conti sui tuoi sforzi)?

Il terzo elemento ha a che fare con un Dio che parla e agisce, riprende e corregge, ammaestra e invita a considerare… Egli parla e denuncia:   un Dio che giudica la condotta e riprende. Egli non può essere ingannato e non può essere imbonito. Il suo giudizio è conforme a verità e giustizia. Allo stesso tempo però Dio è un Dio di amore che ha stretto un’alleanza, è il Dio del patto, che egli ha stabilito con il suo popolo. Egli non si è limitato a giudicare, ma è un Dio che spiega, dimostra, illustra: il suo giudizio infatti era motivato da un lato dalla ribellione del suo popolo, ma era volto anche al suo pentimento. Per questo egli ha inviato un profeta per annunciare la verità: una verità scomoda (perchè mette in luce il peccato del popolo) ma al tempo stesso una verità gloriosa (perchè mette in luce la speranza del perdono offerto da Dio). Ci  che accade nel mondo non sfugge al suo controllo e nemmeno capita per “caso”, ma segue uno scopo ben preciso che viene spiegato e non taciuto: mostrare la sua gloria e mostrare la reale condizione dell’uomo con il suo bisogno di essere perdonato. Allo stesso modo anche Cristo ha incarnato lo stesso messaggio: l’evangelo di Cristo   un messaggio al tempo stesso scomodo (ci dice che siamo tutti peccatori e meritevoli della sua giusta condanna) e rinvigorente (ci offre il perdono perchè Egli stesso ha gi  pagato al posto nostro il prezzo di questa condanna).Dio parla, ma esige anche una risposta. Il popolo rispose con fede… e poi ag .   interessante che l’approvazione di Dio (“Io sarò con voi” v.13) non avviene quando il popolo riprese la ricostruzione del tempio (v.14-15), ma quando il popolo rispose con fede alla parola di Dio (v.12). Non si arriva alla presenza di Dio ponendo enfasi sulle proprie azioni, ma fidandosi di Dio e dei suoi modi. Stiamo vivendo un periodo in cui sentiamo di aver bisogno di una ripartenza, per via del covid, di una caduta nel peccato o di altro… in che modo Dio ti sta parlando? Sei spinto a fidarti di Dio che ha tutto sotto il suo controllo? Forse ti sta riprendendo? Come risponderai? Risponderai riponendo la tua fiducia per ubbidire a lui? Oppure rimarrai indifferente?Per ripartire in modo fruttuoso occorre imparare quindi ad avere le giuste prioritò : ascoltare Dio, fidandosi di lui e poi agire.Tutti noi sperimentiamo occasioni nella vita in cui sentiamo di aver bisogno di una ripartenza. Il brano di oggi ci dice che per avere una ripartenza fruttuosa abbiamo bisogno di riflettere bene sulle nostre priorità: se la presenza di Dio NON è la tua priorità , se la Sua gloria NON   lo scopo della tua vita, se NON dai ascolto alla sua parola sarai insoddisfatto e alla fine la tua ripartenza NON sarà fruttuosa!

AggeoLiberato Vitale