Da cosa dipende il tuo benessere? - Aggeo 2,10-19

Reid Karr

Oggi continueremo la nostra serie sul libro di Aggeo. In particolare, leggeremo e ci soffermeremo sul capitolo 2, versetti da 10 a 19. Oggi parleremo di benessere e cercheremo di capire da cosa dipende il nostro benessere. Lo venderemo in due punti: cercheremo di capire se il nostro benessere dipende:  Dall’opera di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, dalla nostra sottomissione al Signore.

Vorrei prima di tutto fare nuovamente un veloce punto sulla situazione storica in cui ci troviamo e sul perché Aggeo scrisse questo libro. Abbiamo già sentito che una parte del popolo di Dio, circa 50.000 persone, grazie ad un editto del 539 a.C. di Ciro il Grande, re di Persia, tornarono nelle loro terre dopo un periodo di esilio. Abbiamo sentito come il popolo di Israele al suo ritorno non trovò una situazione molto facile. Tra siccità, tensioni sociali, vicini non propriamente amichevoli e povertà sicuramente la loro ripartenza non era tra le più semplici. Per diverso tempo il popolo di Israele pensò ai propri interessi, pensò a sé stesso piuttosto che fare la volontà di Dio e cercare la sua presenza. Erano tornati per ricostruire il tempio di Dio ma per lungo tempo non fecero nulla di tutto questo o lo fecero diciamo “a tempo perso”, infatti pensarono solo alle loro case ed al proprio benessere. A questo punto intervenne Aggeo, un profeta a cui il Signore diede la capacità e l’autorevolezza di parlare al popolo di Israele, ai governanti ed ai sacerdoti e di svegliarlo dal suo torpore spirituale per poter ripartire. Per poter veramente ripartire dopo l’esilio, dopo avere passato tempi duri e dopo aver lasciato da parte il Signore senza ubbidire ai suoi precetti, ai suoi insegnamenti ed alla sua Parola. 

Il nostro benessere dipende:  Dall’opera di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo

Ora siamo nel momento in cui Aggeo ricorda al popolo di Israele ed in particolare ricorda ai sacerdoti la legge del Signore. Siamo in un giorno preciso, è il 18 dicembre del 520 a.C. (2.542 anni fa!). Il profeta, attraverso due domande ai versetti 12 e 13, ricorda come la nostra impurità non possa in alcun modo portare alla santità ma può anzi solo rendere le cose ancora più impure ed “infettare” (usiamo questo termine molto comune in questo periodo) ciò che magari non era impuro. Questi versetti richiamano le leggi che già erano state scritte in Levitico (per esempio al capitolo 6) e qui Aggeo ci mette in guardia da noi stessi e dal contesto in cui viviamo. Perché il profeta dà questo avvertimento? Perché viviamo in una cultura in cui la tendenza, e qui a Roma, questo è molto evidente e palpabile, è quella di pensare che le opere e le azioni possono contribuire alla nostra salvezza solo perché si stanno facendo delle cose buone. Purtroppo non è così, non è così perché tutti noi siamo impuri, tutti noi siamo peccatori e questo nostro peccato porta a rendere impuro tutto ciò che si fa e si dice nel momento in cui siamo noi stessi che decidiamo cosa fare o cosa dire, nel momento in cui siamo noi stessi che decidiamo se una cosa è giusta oppure è sbagliata. Ecco quindi che è importantissimo riflettere sulla reale incapacità di fare da soli e dobbiamo riflettere su cosa porta veramente a fare certe cose oppure a dire certe cose. Così come succedeva al popolo di Israele al suo ritorno dall’esilio: seguiva le leggi del Signore solo perché erano scritte da qualche parte? Seguivano le indicazioni dei sacerdoti solo perché le dicevano loro? Ricostruivano il tempio solo perché era bello e loro avrebbero fatto una bella figura nel farlo? Pensavano magari di poter ottenere dei “punti” in più per la loro salvezza? … cosa manca in tutto questo? In tutto questo manca la gloria al Signore, manca la motivazione a fare le cose per la Sua gloria, solo per la Sua gloria! Il popolo di Israele era tornato per ripartire ma era ripartito male, aveva continuato a pensare ai propri interessi senza pensare al proprio essere peccatori e senza pensare alla gloria del Signore e senza ricercare la Sua presenza. Questo lo stava guidando nella direzione sbagliata e sicuramente non lo portava in una situazione di benessere. Aveva fatto una falsa partenza

Tutti noi, nelle nostre vite, abbiamo dei momenti in cui dobbiamo ripartire: la mattina quando ci svegliamo, se ci pensate dobbiamo ripartire; il lunedì mattina dobbiamo ripartire; ad inizio anno dobbiamo ripartire; dopo le vacanze estive dobbiamo ripartire; dopo una malattia dobbiamo ripartire; insomma nella nostra vita abbiamo mille occasioni di ripartenza, ma come ripartiamo? Confidando solo in noi stessi oppure confidando nell’opera di Dio che prima ci salva e quindi poi ci guida Lui, attraverso lo Spirito Santo nel fare le cose sante? 

Prova a pensare all’ultima volta che sei dovuto ripartire e prova a pensare a come sei ripartito. Per ripartire nel giusto modo abbiamo bisogno che le nostre vite siano riformate, che il nostro modo di fare le cose sia riformato, che le cose che diciamo siano riformate. Questa riforma non può che arrivare dal Signore, dalla sua opera, dall’azione dello Spirito Santo che opera in noi! E’ una riforma che solo grazie alla morte di Gesù sulla croce è reale e possibile. E’ grazie a questo che i peccati sono perdonati e le vite riformate. Solo questo può far ripartire nella giusta maniera e dare vero benessere. Solo grazie all’opera di Gesù Cristo si può sui binari giusti della santificazione. Solo Dio, solo Lui, il santissimo può realmente rendere santo qualcosa di impuro ed è così che il nostro Signore fa con noi. Noi siamo impuri ma grazie alla sua opera è possibile andare verso la santificazione, cosa che non possiamo minimamente fare con le nostre opere. Solo il Vangelo di Cristo, solo la Sua buona notizia può scardinare anni, secoli di convinzioni che non sono bibliche e solo il Vangelo di Cristo è l’unica speranza che abbiamo per una vera riforma! Il Signore ci ha dato qui a S.Paolo, come in altri quartieri di Roma e breve anche a Trionfale, di essere testimoni fedeli e riformati della buona notizia del Vangelo. Che grande responsabilità! 

E la tua vita è riformata dal Signore? Oppure ti senti ancora tu l’artefice diretto della tua santificazione? Attento perché in realtà, in quest’ultimo caso, non è santificazione ma solo un inganno bello e buono di satana sempre pronto ad infilarsi nelle nostre vite per non guardare a Dio! 

E quali sono gli effetti di questo inganno? Quali sono gli effetti del peccato, delle nostre impurità e dello zampino di satana? Lo vediamo in questa seconda parte del messaggio di Aggeo, nei versetti da 15 a 18, dove emerge in maniera chiara la nostra necessaria dipendenza da Dio e necessaria sottomissione a Lui per poter ottenere il vero benessere. 

Il nostro benessere dipende dalla nostra sottomissione al Signore

In questa seconda parte del messaggio, il profeta Aggeo incoraggia alla riflessione. Incoraggia il popolo di Israele a riflettere sul passato per capire, come abbiamo anche sentito la volta scorsa, la prospettiva del futuro. Aggeo chiede di riflettere (e lo ripete per ben tre volte nel testo!) per far capire gli effetti del peccato, per far capire come lo stare lontano dal Signore ed il non volere seguire i suoi insegnamenti, senza sottometterci alla sua volontà, possa portare solo al buio, possa portare solo a difficoltà, possa portare solo ad un nostro malessere e sicuramente non al benessere (versetti 15.16.17). Anche noi possiamo riflettere su questo, anche noi possiamo riflettere sugli effetti del peccato nelle nostre vite e capire quanto il nostro benessere possa veramente dipendere solo dal Signore. Questa è una riflessione che non dobbiamo fare solo come singoli, che sicuramente è importantissimo, ma anche come chiesa unita nel nome di Cristo abbiamo il dovere regale, profetico e sacerdotale di far riflettere, qui a Roma, a S.Paolo, i nostri amici, i nostri colleghi, i nostri familiari, tutti coloro con cui abbiamo delle relazioni fino anche le stesse istituzioni che ci governano. E’ un ruolo che il Signore dà perché sappiamo che il benessere non dipende dal successo solo di uno o dalle scelte personali di qualche politico ma dipende solo ed esclusivamente dal fatto di lasciare le nostre vite nelle mani del Signore avendo una relazione vera con il Signore. Il vero ed unico benessere dipende dall’opera del Signore nelle nostre vite. Lui ci ha creati e come sue creature dobbiamo fare la sua volontà e questo porterà certamente al benessere. Attenzione, qui non stiamo parlando di benessere materiale, non stiamo dicendo che basta chiedere al Signore e Lui immediatamente ci darà tutto ciò che abbiamo chiesto perché non è così. Questo non vorrebbe dire fare la gloria di Dio ma la nostra e questo il Signore non lo vuole. Il Signore vuole il benessere del suo popolo dando gloria a Lui nei modi e nei tempi che Lui decide, all’interno del suo piano perfetto che ha per noi, per il suo popolo eletto. Il Signore è con il suo popolo e la sua chiesa, il suo popolo, è con Lui e Lui le dà sempre ciò di cui ha bisogno anche se, in alcuni momenti potrebbe non sembrare. Non siamo in grado, essendo uomini e peccatori, di capire realmente il benessere a cui il Signore ci guida. 

Tutto questo è di grande ammonimento per tutti perché ci fa capire che se seguiamo il Signore e lasciamo che le nostre vite siano guidate da Lui allora la benedizione è e sarà grande, grandissima, infinita: infatti possiamo godere ora della consapevolezza di essere stati perdonati e salvati dall’opera di Cristo e potremo godere poi del fatto di poter stare alla presenza reale di Dio, nel suo nuovo Regno che Lui ha preparato per tutti i suoi figli. L’ammonimento è importante perché, dall’altro lato, ci fa capire che se non seguiamo il Signore e se non lasciamo che le nostre vite siano guidate dal Signore allora non ci sarà benedizione ma il contrario: la nostra vita finirà con la morte e continuerà un’esistenza senza fine di sofferenze e dolori. 

Però una cosa è certa e ben espressa nell’ultimo versetto di questo terzo messaggio di Aggeo e cioè che Dio è un Dio del patto e che mantiene le sue promesse e che se siamo con Lui, Lui ci benedirà!  E tu? Sei pronto a riflettere sul tuo passato? Se pronto a mettere in discussione tutto ciò che hai fatto finora nella tua vita per aprire il tuo cuore a Dio? Sei pronto a dipendere totalmente da Dio ed a sottometterti a Lui per il vero benessere? Cari fratelli, sorelle ed amici, siamo arrivati alla fine. Abbiamo visto che il vero benessere e cioè essere sempre più simili a Dio, dipende solo da Dio stesso che attraverso la vita di suo figlio Gesù ha permesso che i nostri peccati venissero perdonati e quindi le nostre vite possono, nel processo di santificazione, produrre opere che danno gloria a Dio e poi abbiamo visto come il dipendere da Dio e sottometterci a Lui ci porti nella direzione giusta ed al vero benessere che è quello di stare alla presenza del Signore.  Abbiamo visto quindi che ci sono due strade per ripartire in maniera fruttuosa: una che è quella di Cristo che porta alla vita eterna ed una che è quella del peccato che porta solo alla morte ed alla sofferenza eterna. E tu hai mai riflettuto sua quale strada sei? 

AggeoLiberato Vitale