Per ripartire in modo fruttuoso, fidati di Dio! - Aggeo 2,20-23

Liberato Vitale

Quanti di noi hanno letto o visto la storia del “Piccolo principe”? la storia è bellissima ed è una storia autobiografica di un pilota di aerei, che precipitato nel deserto del Sahara, incontra inaspettatamente un bambino che gli chiede «Mi disegni una pecora?». Poco per volta fanno amicizia. Il piccolo principe, il bambino che il pilota incontra, racconta che, nel viaggiare per lo spazio, ha conosciuto personaggi che gli hanno insegnato molte cose. Personaggi che vivevano su pianeti diversi. Nel suo viaggio incontra:

-       un vecchio re solitario, che ama dare ordini ai suoi sudditi (sebbene sia l'unico abitante del pianeta);

-       un vanitoso che chiede solo di essere applaudito e ammirato, senza ragione;

-       un ubriacone che beve per dimenticare la vergogna di bere;

-       un uomo d'affari che passa i giorni a contare le stelle, credendo che siano sue;

-       un lampionaio che deve accendere e spegnere il lampione del suo pianeta ogni minuto, perché il pianeta gira a quella velocità;

-       un geografo che sta seduto alla sua scrivania ma non ha idea di come sia fatto il suo pianeta.

Questa storia è indicativa. Un bambino che vede intono a lui solo illusione, egoismo, in altre parole: personaggi che fotografano la realtà di una società senza Dio. quale sarebbe la speranza per il futuro in un universo fatto di tutti questi pianeti? Il libro di Aggeo questa mattina dimostra esserci una buona notizia, e nella sua attività profetica ci spinge ad uscire dalla nostra illusione di poter cambiare le circostanze intorno a noi, come se tutto dipendesse da nostri sforzi; ci porta ad uscire dal nostro piccolo mondo pieno di gomitoli ingarbugliati; ci porta a considerare il vero motivo per cui vale la pena vivere. In altre parole, Aggeo, ci fa fare un salto nell’universo di Dio, nel mondo di Dio, e ci permette di guardare al futuro con speranza. Quello che vogliamo imparare questa mattina è che se vuoi ripartire in modo fruttuoso devi fidarti di Dio! La sua attività profetica di Aggeo è da collocarsi in un periodo di libertà per il popolo, cioè dopo l’editto del Re persiano Ciro che consente al popolo giudaico di ritornare nella loro terra, dopo l’esilio in Babilonia. Il popolo, quindi, è libero dalla schiavitù babilonese, ma dimostra di essere un grande gruppo di persone un po’ scordarello.  Piuttosto che ricordare di essere il popolo di Dio scelto per mostrare la santità di Dio, inizia una nuova vita mettendo priorità sulle questioni personali. Un popolo santo che vive una secolarizzazione, diremmo oggi: la casa, la terra, il lavoro, il benessere e Dio finisce per essere qualcosa di poco importante, al margine della vita.  La parola di Aggeo è una parola di ammonimento, è una parola di incoraggiamento, è una parola che spinge a ricordare la legge, come abbiamo visto nelle domeniche precedenti. Ma è anche una parola di speranza per il futuro per una nuova ripartenza. Senza la parola di Aggeo, il popolo rischia di isolarsi nel suo pianeta, nel proprio mondo fatto di egoismo e mondanità.

Pensate, l’anno 2022 è iniziato da poco, sembra quasi che la pandemia sia agli sgoccioli, per alcuni di noi si aprono stagioni proficue, per altri forse le cose non vanno per il meglio, e i versi che leggeremo ci mettono davanti ad una domanda precisa: in che modo pensiamo di ricominciare la nostra “normalità”? Per una ripartenza fruttuosa, veramente, c’è solo un modo! Fidati di Dio, nonostante i cambiamenti; Fidati di Dio in Cristo soltanto.

 

Per ripartire in modo fruttuoso, fidati di Dio! nonostante i cambiamenti

Per una ripartenza fruttuosa, fidati di Dio! nonostante in cambiamenti. Questo è la prima cosa che vogliamo imparare questa mattina e per entrare nel mondo di Dio. Aggeo ci mostra che per una ripartenza fruttuosa è necessario ascoltare la voce di Dio!  In tutto il libro abbiamo visto che è per la parola di Dio che il popolo ha vissuto un “risveglio”. “Vi sembra questo il momento di abitare nelle vostre case ben rivestite di legno?” (1,4); l’ammonimento di Dio ha permesso al popolo di passare all’azione, di essere ravvivato.  È stato grazie alla parola di Dio che il popolo ha potuto superare lo scoraggiamento “Ma ora sii forte Zorobabele, sii forte Giosuè, Mettetevi a lavoro!” (2,4); ed è per la parola di Dio che i giudei ricordano di essere un popolo messo a parte rispetto ad altre nazioni che non cercano Dio “Riflettete bene su ciò che è avvenuto fino a questo giorno, riflettete bene!” (2,18). Senza di essa non c’è né azione, nè direzione, né speranza. La chiesa ha bisogno della voce di Dio perché essenziale per la sua esistenza e per tutti coloro che credono e che sono parte della grande schiera di testimoni che Dio si è scelti.  Il quarto oracolo di Aggeo è una parola utile al popolo per fidarsi e guardare al futuro. Il popolo di Dio è chiamato a ripartire dopo una stagione di esilio e di schiavitù, fidandosi delle promesse fatte, ma anche essendo consapevole dei cambiamenti possibili. Le conseguenze a cui Aggeo fa riferimento nei versi 20-22 sono degli scenari per noi impensabili, o quasi visto quello che è successo non molto tempo fa in Afghanistan e quello che sta succedendo in queste settimane in Europa dell’Est. Il popolo avrebbe potuto trovarsi da un momento all’altro di nuovo in catene, di nuovo in guerra. È probabile che avrebbe dovuto affrontare dei nemici con spade e carri da guerra. Lo scenario di relativo benessere sarebbe potuto cambiare da un momento all’altro. Dio mette in conto questo scenario, anzi, ricorda a Zorobabele, e sottolinea, che ne permette la realizzazione. Guardando ai versi 21-22, e a chi li legge per la prima volta, potresti pensare che Dio è un sanguinario omicida. Cioè, dovrei fidarmi di un Dio così cattivo per ripartire in modo fruttuoso? Ma com’è possibile? È una domanda legittima, ma devi pensare che Israele è il popolo di Dio, un popolo scelto, a cui Dio ha fatto misericordia, e tutte le altre nazioni pagane, che non cercano Dio vivono le conseguenze di una vita senza di lui. Il peccato ha conseguenze disastrose, sulla nostra vita e su quella degli altri. Un Re omicida e conquistatore porterà inevitabilmente la sua gente alla guerra e alla morte. Dio per mezzo di Aggeo mette in conto per la sua chiesa che in questo periodo di ripartenza, ricostruzione possibili potranno esserci dei cambi di scenario, ma anche che chi non è dalla sua parte è sotto il suo giudizio. Mentre ci apprestiamo come chiesa a fondare una nuova testimonianza nel quartiere di Trionfale, dobbiamo essere consapevoli che ci potranno essere stravolgimenti, cambi di scenario, situazioni complicate da risolvere, ostacoli da affrontare, la parola di Dio ci mette in guardia di questo! I lavori sono iniziati, sì, è vero, ci stiamo muovendo verso questa nuova fondazione, ma siamo pronti a fidarci di Dio nonostante i cambiamenti possibili, nonostante le sfide che potremmo trovare? Entrare nel mondo di Dio significa imparare che Dio è un Dio che parla, è un Dio che opera ed agisce. È un Dio vivo che opera per portare a compimento il suo piano di salvezza, ma che non tollera il peccato e la malvagità.

 

 Per ripartire in modo fruttuoso, fidati di Dio! in Cristo soltanto

 Continuando, la parola di Dio questa mattina non finisce solo con cambiamenti sconvolgenti a cui dobbiamo guardare, non è solo un giudizio di guerra e sangue, ma è un meraviglioso annuncio di salvezza. Il verso 23 che abbiamo letto è un manifesto di speranza e misericordia. La parola di Dio è diretta a Zorobabele, il governatore. Ma perché a lui? La risposta è in Matteo 1,13. Zorobabele è l’anello della discendenza che porterà alla luce il Sommo sacerdote, il più grande di tutti i profeti, il re dei Re, il sommo profeta, cioè il Signore Gesù Cristo! Per questo Dio promette salvezza al suo popolo, perciò Zorobabele è ricevitore di una parola specifica. È stato scelto e attraverso di lui Dio continuerà il suo piano di salvezza. Il popolo di Dio non morirà ma sarà raccolto sotto un solo capo, cioè il Signore Gesù. In lui c’è la versa speranza del popolo, in lui c’è la speranza della chiesa, è a Cristo che Dio punta attraverso le parole di Aggeo.  Zorobabele è scelto perché ha un ruolo nella storia della redenzione: essere parte della discendenza che porta a Cristo.  In questo libro abbiamo potuto apprezzare una diversità di compiti nel popolo di Israele. C’è il sacerdote Giosuè che aveva la funzione di ricordare la legge al popolo, di intercedere per esso con sacrifici di animali. C’è il profeta Aggeo invece, che è ricevitore di una parola da parte di Dio, e la diffonde al popolo di Dio, la comunica affinché il popolo fosse edificato. C’è Zorobabele, il Re, l’amministratore, colui che si prende cura del popolo, che prende le decisioni in vista della testimonianza tra le nazioni.  Questi tre compiti emergono dal libro di Aggeo, ma in questo ultimo verso sono tutti e tre uniti e sono spinti oltre nella storia della redenzione, fino ad arrivare al Signore Gesù. Cristo è stato il vero Re, venuto a stabilire il regno di Dio sulla terra, a ristabilire la sua creazione e a dare dimostrazione di essere senza peccato. Il Signore Gesù è stato il sommo profeta perché ha annunciato il regno di Dio, ha insegnato le cose di Dio, ha parlato essendo Dio! Cristo è stato il sommo sacerdote perché ha preso su di se il sacrificio per pagare il prezzo del peccato, morendo sulla croce, facendosi unico mediatore e ridando una speranza a chiunque crede. Questa è la speranza a cui il popolo di Dio è chiamata a guardare. In Cristo anche tu puoi avere speranza, per i meriti di Cristo anche tu puoi essere perdonato dal tuo peccato, guarito e rivitalizzato. Solo se credi per fede, e per opera dello Spirito Santo puoi sperimentare questa salvezza, nell’unico mediatore. Detto in altre parole, grazie a Cristo anche tu, se ancora non lo sei, puoi entrare nel mondo di Dio annunciato da Aggeo. In Cristo è la certezza di ogni credente, salvato per grazia mediante la fede e che adesso vive una relazione personale con lui. Tu puoi ripartire in modo fruttuoso, fidandoti di Dio, uscendo dal tuo mondo di peccato ed entrando nel suo. Noi come chiesa riposiamo nel fatto che il lavoro svolto, le iniziative e le azioni messe in campo per il regno di Dio non sono vane, perché dio preserverà la sua chiesa, la accompagnerà e la guiderà in Cristo. Sia tu, che il popolo di Dio possono ripartire in modo fruttuoso, sì fidandosi di Dio, nonostante i cambiamenti, in Cristo soltanto.

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