Dipendenti dalla presenza del Signore - Aggeo 2,1-9

Luca Lambertucci

C'è un problema molto preoccupante per il popolo di Dio che emerge con chiarezza in questo libretto del profeta Aggeo. Qual è questo problema? Questo popolo non ha nessuna visione per il futuro. Tornato dall'esilio, è diventato un popolo molto indifferente e molto apatico. Non sta guardando avanti e non ha nessun piano per una ripartenza. Sappiamo che non ha nessuna visione per il futuro perchè il tempio del Signore rimane in rovina. Questo è molto preoccupante perchè per il popolo di Dio la presenza del Signore   fondamentale. Il tempio era dove risiedeva la presenza del Signore, ma questo popolo era contento di lasciarlo in rovina. Che tragedia. Torniamo un attimino al primo capitolo su cui Gianluca ha predicato la domenica scorsa. Subito emerge questo problema. Il versetto due racconta le parole ed i sentimenti preoccupanti di questo popolo apatico. “Questo popolo dice: ‘Non   ancora venuto il tempo in cui si deve ricostruire la casa del Signore’”. Ma in che senso non è ancora venuto il tempo per ricostruire la casa del Signore? Questa è la prima cosa che deve essere fatta. Molto preoccupanti queste mancanze di visione e di prospettiva. Crediamo che sia per caso che il Signore dice nel versetto due "Questo popolo," invece di "il mio popolo"? Sicuramente non è per caso. Anzi, è molto intenzionale. La presenza del Signore risiede in mezzo al suo popolo. La casa del Signore è dove risiede la sua presenza. Se non c'è la casa del Signore non c'è la sua presenza, e quindi il popolo di Dio diventa un popolo qualsiasi. Diventa "questo popolo," un popolo indifferente che non ha nessuna visione e nessun piano per il futuro e per ricostruire la casa del Signore. Per questo motivo Dio mandò il profeta Aggeo per scuotere e risvegliare il suo popolo dalla sua apatia. Una ripartenza fruttuosa dopo l'esilio dipendeva dalla ricostruzione del tempio del Signore e dipendeva da una visione per il futuro. In questo secondo capitolo l'importanza del tempio viene sottolineata e fornisce per noi e per la chiesa di oggi alcuni spunti importanti, soprattutto in tempi come quelli in cui ci troviamo adesso, dove anche noi ci troviamo in una fase di ripartenza dopo un periodo di pandemia.

Ma in tutti questi secoli, dai tempi del profeta Aggeo ad oggi, alcune cose non sono mai cambiate per il popolo di Dio, e quindi sono punti importanti che vogliamo evidenziare stamattina. Ancora siamo totalmente dipendenti dalla presenza del Signore. Questa presenza   necessaria se vogliamo partecipare ad un lavoro fruttuoso che porta avanti una visione. Questa presenza del Signore   anche necessaria per avere una sana ottica storica. Vedremo in questo secondo capitolo che un lavoro fruttuoso dipende da una buona comprensione della storia e del contesto e dei tempi in cui il popolo di Dio si trova. Poi con l'ultimo punto ci ricorderemo che il popolo di Dio ha il privilegio di conoscere e sperimentare una vera e profonda pace; ma tale pace dipende dalla presenza del Signore tra il suo popolo. Approfondiamo, allora, questi punti molto importanti mentre come chiesa preghiamo per una ripartenza fruttuosa.

Dipendenti dalla presenza del Signore, per un lavoro fruttuoso 

Siamo dipendenti dalla presenza del Signore per un lavoro fruttuoso. Capitolo 2, versetto 4 dice: "Mettetevi al lavoro, perchè io sono con voi, dice il Signore degli eserciti." Queste parole sono importantissime e devono cambiare totalmente la nostra idea del lavoro, soprattutto il lavoro in cui la chiesa   coinvolta. Non   che il Signore dice, "Mettetevi al lavoro perchè siete molto pigri e non state facendo niente di importante." E non dice, "Mettetevi al lavoro perchè c'è tanto da fare e non avete neanche iniziato." E non ha detto, "Mettetevi al lavoro perchè così vi sentirete meglio." Anche se queste sono osservazioni giuste, il Signore non parla a questo popolo così. Dice invece: "Mettetevi al lavoro, perchè io sono con voi." Riflettiamo bene su queste parole. Aggeo non nega la realtà attuale, cioè è che il popolo di Dio si trova in una citt  ancora in rovina, con un tempio ancora rovinato, con ancora tantissimi lavori da fare per poter ripartire in maniera fruttuosa. Non nega il fatto che c'è tantissimo da fare e che il popolo si sente sopraffatto, non avendo ancora elaborato una visione per il futuro. Invece di negare queste cose, Aggeo le presenta per mezzo di un'ottica diversa che presenta una realtà molto diversa e molto pi  grande. "Mettetevi al lavoro perchè io sono con voi." La presenza del Signore cambia tutto. Il popolo può mettersi al lavoro con la garanzia che le opere del Signore sono stabili e sono durature e non possono fallire. Quando è il Signore che porta avanti il lavoro, e quando la sua presenza è il catalizzatore del lavoro, allora il suo popolo lavora in maniera diversa, con un atteggiamento diverso, e con una visione chiara per il futuro. La presenza del Signore cambia tutto. Questa realtà ci deve incoraggiare tantissimo. Quando riflettiamo sul nostro contesto e sulla realtà spirituale di questa città e sulla mancanza di chiese che predicano fedelmente l'evangelo di Gesù Cristo, è molto facile diventare scoraggiati. Infatti sono tante le chiese in questa città che non hanno visioni per il futuro e che invece di guardare avanti stanno cercando semplicemente di sopravvivere. L'influenza e il potere quasi assoluti della chiesa Cattolica sul popolo e sulla cultura di questa città spaventano e sopraffanno. Che speranza abbiamo come piccola chiesa evangelica? Crediamo di poter trasformare il quartiere di San Paolo col vangelo? Crediamo veramente di poter fondare una chiesa all'ombra del Vaticano? Allora la risposta è sì, e la nostra speranza per questa risposta è la presenza del Signore con la sua chiesa e con il suo popolo, da cui siamo, chiaramente, totalmente dipendenti. Mettiamoci al lavoro, allora, perchè il Signore è con noi. Ripartiamo con speranza e guardiamo avanti, perchè il Signore degli eserciti è con noi. Che bella notizia, e che speranza abbiamo, no?!

Dipendenti dalla presenza del Signore, per una sana ottica storica 

Un altro punto importante che possiamo trarre da questi versetti è che siamo dipendenti dalla presenza del Signore per una sana ottica storica. Ma cosa intendiamo esattamente? interessante notare che in questi versetti in cui il Signore chiama il suo popolo a ricostruire la sua casa, tutti i tempi sono presenti. Cioè in questo brano il Signore parla del passato, del presente, e anche del futuro. Nel versetto 3 il Signore richiama il passato, cioè lo splendore precedente del tempio. "Chi c’è ancora tra di voi che abbia visto questa casa nel suo primo splendore? E come la vedete adesso?" Poi come abbiamo gi  visto nel versetto quattro c'  l'enfasi sul presente. "Ma ora sii forte. Mettetevi al lavoro, perchè io sono con voi." Poi negli ultimi versetti di questo brano il Signore guarda al futuro e dice "Ancora una volta, fra poco, io farò tremare i cieli e la terra…far  tremare tutte le nazioni…riempirò di gloria questa casa…la gloria di questa casa sarà più grande di quella della casa precedente…In questo luogo io darò la pace”, dice il Signore degli eserciti. Vedi come il Signore impegna tutti i tempi nel suo discorso al suo popolo? Questo è l'effetto della presenza di Dio tra il suo popolo. In mezzo alla sua presenza, il popolo di Dio è consapevole del suo passato e da dove viene, che poi nel presente lo spinge a mettersi al lavoro, mentre guarda al futuro verso la visione che deve essere ancora compiuta. Per questo popolo lo splendore del passato non era pi  ottenibile, quindi era diventato indifferente e apatico. Ma il Signore gli dice, "guarda, io sono ancora con voi; la mia presenza è con voi, quindi mettetevi al lavoro, e io farò delle cose ancora più grandi e vedrete una gloria ancora più stupenda." Che incoraggiamento, no? Che bello sprone per mettersi al lavoro e ripartire bene con speranza! Chiaramente è lo stesso per noi. Abbiamo la stessa storia del popolo di questo libro, ma abbiamo anche la storia specifica del contesto in cui ci troviamo. Per ripartire bene e per guardare avanti verso un progetto di fondazione e altre attività ecclesiali e per compiere la visione che il Signore ci ha dato, allora dobbiamo capire molto bene la storia del nostro contesto. Il fatto che non c'  stata mai una riforma del vangelo in Italia, mentre c'  stata in altre parti dell'Europa, è molto significativo e ha un forte impatto sulla visione della chiesa che comprende, ad esempio, progetti di fondazioni di nuove chiese. Ma invece di diventare scoraggiati e apatici, ci mettiamo al lavoro con speranza perchè la presenza del Signore è con noi, e guardiamo al futuro con speranza, sapendo che i piani del Signore non falliscono mai. La presenza del Signore, allora, ci fornisce con una sana ottica storica, che poi ci permette di ripartire e lavorare bene e guardare al futuro con speranza. Gloria a Dio.

Dipendenti dalla presenza del Signore, per sperimentare la vera pace 

Infine - e questo è l'ultimo punto - per sperimentare la pace di cui il Signore parla in questo brano, siamo sempre dipendenti dalla sua presenza. Quanto sono belle le parole che leggiamo nel versetto nove: “La gloria di questa casa sarà più grande di quella della casa precedente”, dice il Signore degli eserciti. “In questo luogo io dar  la pace”, dice il Signore degli eserciti. "In questo luogo" vuol dire nella casa del Signore chiaramente, dove risiede la sua presenza. La c'è la pace. Ma cosa vuol dire esattamente avere avere e sperimentare questa pace che il Signore d  al suo popolo che sta nella sua presenza?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo evidenziare il fatto che per poter stare nella presenza del Signore, è necessario avere un rapporto con lui. Senza un rapporto colSignore, stare nella sua presenza non   possibile; e quindi se non siamo nella sua presenza, non possiamo sperimentare la pace che d  al suo popolo, cioè quelli che hanno un rapporto con lui. Abbiamo detto pi  di una volta che siamo dipendenti dalla presenza del Signore, e adesso abbiamo chiarito il fatto che per stare nella presenza del Signore   necessario avere una relazione con lui. Ma come possiamo avere un rapporto con Dio, che ci permette di stare nella sua presenza e di sperimentare questa pace che d  al suo popolo? C'è un altro profeta di Dio che risponde a questa domanda in maniera stupenda. Il Signore, nel capitolo nove del libro di Isaia annuncia queste bellissime parole profetiche: "Poichè un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerò sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace, per dare incremento all'impero e una pace senza fine al trono di Davide e al suo regno, per stabilirlo fermamente e sostenerlo mediante il diritto e la giustizia, da ora e per sempre: questo farà lo zelo del Signore degli eserciti." Chi è questo Consigliere ammirabile? Chi è questo Dio potente? Chi è questo Principe della pace? è il Signore Gesù Cristo, lui che per mezzo della sua morte e la sua risurrezione rende possibile per tutti noi un rapporto personale e intimo con Dio. A causa del nostro peccato non possiamo stare nella presenza del Signore e non possiamo avere un rapporto con lui. Non possiamo ripartire bene e non possiamo sperimentare la vera pace. E non c'  niente che noi possiamo fare per rimediare questa situazione. Ma grazie a Dio lui ha mandato il suo figlio Gesù Cristo, colui che non ha conosciuto peccato, ma che Dio ha fatto diventare peccato per noi, affinchè tutti noi, per mezzo della fede in Cristo Gesù, possiamo essere perdonati dai nostri peccati e riconciliati con Dio, e possiamo avere un rapporto personale e intimo con lui, e quindi per mezzo di questo rapporto, reso possibile per la fede in Cristo Gesù, possiamo stare nella presenza di Dio e possiamo ripartire bene. Possiamo metterci al lavoro con la promessa della presenza del Signore che ci accompagnerà e che garantisce un lavoro fruttuoso. Tramite le lenti che vengono fornite dal Signore quando siamo in presenza sua, possiamo approfondire la nostra conoscenza del contesto storico e attuale in cui viviamo e in cui il Signore ci ha messo per servire lui, la sua chiesa, e la città. Roma oggi è come questo popolo di cui leggiamo in Aggeo nel senso che è una città apatica e indifferente. Molto brava a guardare al passato e riflettere sulla sua storia splendida, ma non è molto brava a guardare al futuro e ad articolare una chiara visione per il suo popolo. Pochi giorni fa, qui in questa città, i leader di questa nazione hanno ri-eletto un presidente che quest'anno avrà 81 anni. Va bene, ma vuol dire che non si sta guardando molto avanti. Non si ha una visione di lungo termine per questo paese e per questo popolo. Quindi mentre siamo per forza studenti della storia, siamo anche per questa città un popolo che guarda avanti e che ha una visione chiara per essa. Siamo un popolo che predica fedelmente l'evangelo di Gesù Cristo e che invita i cittadini a conoscere personalmente il Dio della Bibbia e a vivere nella sua presenza. Diamo un esempio diverso a questa città e viviamo la pace che abbiamo grazie alla fede in Cristo Gesù. Facciamo capire a questa citt  che grazie a Cristo Gesù, e per mezzo della fede in lui, lo splendore del futuro sarà molto pi  grande della storia precedente di questa citt . Ripartiamo bene, allora, e mettiamoci al lavoro, perchè il Signore è con noi, e a lui sia ogni gloria!

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